L’attentato alle torri di New York l’11 settembre 2001 può considerarsi l’ultimo evento del secolo trascorso, il Novecento, il secolo dei media. E’ stato l’ultimo evento che è stato documentato esclusivamente dai media e in particolare dalla televisione : non esistevano le fotocamere nei telefoni cellulari, mancavano i social network, mancava la possibilità di connettersi a internet in mobilità. Tutti gli eventi successivi sono stati documentati tra un continuo rimbalzo reciproco fra media broadcast e media social.
Il terrorismo ha potuto così creare molto facilmente i propri media social ed è giunto rapidamente a produrre e diffondere video delle proprie attività, anche nei gesti più efferati e crudeli. L’annosa questione, se pubblicare o no queste immagini, si pone in modo molto diverso da quando era solo il sistema dei media occidentali a decidere (ad esempio, le foto di Aldo Moro scattate dalle Brigate nel 1978), perché chiunque può trovare le immagini e i video su Internet e a sua volta commentarle e diffonderle ulteriormente.
Il seminario si occupa in particolare dell’aspetto produttivo dei video del terrorismo islamista, della loro regia e delle convenzioni estetiche con cui esso sceglie di mostrarsi, cercandone gli antecedenti nel cinema (anche perché proviene da una religione particolarmente avara di immagini, che non ha mai avuto una tradizione pittorica). Il seminario affronta anche la coppia voyeurismo/esibizionismo che è fondamentale in questo tipo di esperienze (l’attentato ha sempre uno scopo dimostrativo e fallisce lo scopo se nessuno lo sa), considerandole anche una particolare variante dello spettacolo del dolore.
Testi di riferimento :
Christian Uva, Il terrore corre sul video. Estetica della violenza dalle BR ad Al Qaeda, Soveria Mannelli, Rubettino, 2008
Monica Maggioni, Paolo Magri (a cura di), Il marketing del terrore. Twitter e jihad : la comunicazione dell’Isis, Milano, Mondadori, 2016.